Dopo la felice esperienza maturata al Maso Zeiler di Bolzano, centro accoglienza per famiglie, l’associazione Volontarius, in collaborazione con la cooperativa sociale River Equipe Onlus ha aperto a Chiusa una casa accoglienza per famiglie richiedenti protezione internazionale presso la struttura dell’albergo Krone.
Sono state ospitate all’interno della struttura famiglie provenienti da Nigeria, Irak, Kosovo e Afghanistan e alcune coppie. Alcune famiglie hanno ottenuto recentemente l’asilo politico, o la protezione umanitaria, ma molte sono ancora nella fase di richiesta. Qualcuno, come M., giovane afgano qui con la sua famiglia, grazie a uno stage è riuscito a ottenere un contratto di praticantato della durata di quattro anni e ha trovato così un piccolo appartamento in affitto.
Tutte le persone ospitate nella struttura hanno i documenti in regola e quindi il libero accesso ai servizi del territorio. Qualche ospite è inoltre impiegato in attività di vario tipo, ma l’obiettivo è trovare, in stretta collaborazione con il territorio, maggiori opportunità lavorative per gli adulti.
Alcune famiglie hanno ottenuto recentemente l’asilo politico, o la protezione umanitaria, ma molte sono ancora nella fase di richiesta.
Le persone ospiti svolgono attività di volontariato e collaborano quotidianamente alla pulizia della struttura e alla sua manutenzione. Come stabilito dalla legge, ricevono il periodico pocket money per provvedere autonomamente alle piccole spese quotidiane. Altrettanto autonomamente le famiglie si cucinano da mangiare, possibilità che viene loro data nell’ottica di una loro responsabilizzazione. L’obiettivo è creare un’atmosfera per la quale vivere Casa Krone non solo come centro accoglienza, ma come, appunto, una vera e propria casa.
Una volta terminata la richiesta di protezione e ottenuta una delle possibili tipologie di protezione internazionale, le famiglie proseguono autonomamente il loro percorso di inclusione nel territorio. Per tempo si attivano in questo caso l’equipe e il distretto sociale per trovare una sistemazione che possa garantire alle famiglie la possibilità di continuare a vivere serenamente la propria quotidianità. In caso di esito negativo da parte della commissione territoriale di riferimento, la legge stabilisce invece che, se sussistono i requisiti, le persone e le famiglie hanno l’opportunità di effettuare dei ricorsi. L’equipe è sempre alla ricerca di persone disponibili a dare appartamenti in affitto.
Quello che vivono le famiglie in Casa Krone è un percorso con l’obiettivo di accompagnarle nello sviluppo di una propria autonomia sul territorio. I bambini in età scolare frequentano, a seconda delle loro età, scuole elementari, medie e superiori in lingua tedesca e, durante il pomeriggio, il loro principale impegno è quello di fare i compiti, spesso supportati e aiutati dagli educatori dell’equipe di Casa Krone.
L’equipe è sempre alla ricerca di persone disponibili a dare appartamenti in affitto.
«Abbiamo già attivato» spiega Arianna Barbagallo, referente della struttura «un corso di prima alfabetizzazione italiana, che sta terminando ai primi di dicembre e si svolge presso il Distretto sociale di Chiusa e un corso di livello A1 di tedesco che invece si svolge a casa». L’equipe di Casa Krone è composta da quattro donne: Kathrin, Khadija, Marisa e Arianna, che ha alle spalle alcuni anni di esperienza nel campo dell’assistenza e accoglienza delle persone richiedenti protezione internazionale. Gli ambiti di intervento degli operatori sono quello relativo alla burocrazia e alle procedure per la richiesta di protezione internazionale, quello della formazione linguistica, dei percorsi scolastici e della ricerca di stage e lavoro e infine quello sanitario. È inoltre presente un valido custode per le ore notturne.
L’aspetto più importante della presenza in Casa Krone è tuttavia quello relazionale, legato allo sviluppo di percorsi individuali per ogni singola persona e famiglia, di interventi educativi efficaci e di attività per trascorrere in serenità il tempo libero.
Per questo è fondamentale, attraverso le scuole e l’intero tessuto cittadino, sviluppare una rete che sia solida, solidale e che abbia il coraggio e la forza di confrontarsi con il nuovo mondo e la nuova comunità che stiamo costruendo. In quest’ottica in occasione del Natale è stata organizzata una merenda di Natale con tutta la comunità di Chiusa.
A dare una mano, con la scusa dei compiti scolastici o di una gita, si sono già presentati diversi volontari, presenza fondamentale che va nella direzione di quel concreto sviluppo di comunità al quale l’associazione Volontarius aspira.