Anche l’Associazione Volontarius ha partecipato alla Conferenza Internazionale sulla Tratta di Esseri Umani che si è tenuta a Roma il 29 e il 30 gennaio 2018. «La conferenza ha dato una panoramica molto densa di dati sul tema del traffico di esseri umani e della schiavitù nel mondo» spiega Silvia Ronzani, operatrice della fase di emersione del progetto Alba per Volontarius.
Anche se in Alto Adige è conosciuta prevalentemente come sfruttamento sessuale, la tratta umana si intreccia con diversi fenomeni: il traffico di migranti, l’immigrazione irregolare, lo sfruttamento lavorativo, i matrimoni forzati, il traffico di organi, l’accattonaggio e, appunto, la prostituzione. Il fenomeno è stato trattato da un punto di vista globale, spiega Silvia: «Avere una prospettiva globale è fondamentale per essere consapevoli che quando operiamo a Bolzano in realtà stiamo intervenendo su una rete molto più ampia e diversificata».
La prostituzione coinvolge infatti diverse reti criminali presenti in Italia e fuori: «Oggi il traffico appare più frastagliato e coinvolge più paesi dell’Africa, dove si intreccia con fenomeni di compravendita ai confini». Altri paesi coinvolti sono per esempio il Nepal per il traffico d’organi, il Messico per i matrimoni forzati, la stessa Italia per lo sfruttamento lavorativo.
Anche se in Alto Adige è conosciuta prevalentemente come sfruttamento sessuale, la tratta umana si intreccia con diversi fenomeni: il traffico di migranti, l’immigrazione irregolare, lo sfruttamento lavorativo, i matrimoni forzati, il traffico di organi, l’accattonaggio e, appunto, la prostituzione.
Secondo il Global Slavery Index sono oltre 40 milioni le persone in stato di schiavitù nel mondo. Per combatterla, è emerso dalla conferenza organizzata dalla Onlus On the Road, serve lavorare sulla prevenzione nei paesi di provenienza, rivedere i trattati che l’Italia ha firmato con molti dei paesi coinvolti in questo traffico e che non tutelano le persone vittime di tratta, e infine favorire i corridoi umanitari per ridurre l’immigrazione irregolare.
Secondo il Global Slavery Index sono oltre 40 milioni le persone in stato di schiavitù nel mondo.
Aggiunge e conclude Silvia: «Bisogna lavorare anche sulla consapevolezza dei cittadini, che spesso ignorano questi fenomeni e, come nel caso dello sfruttamento sessuale, inconsapevolmente li favoriscono».