Pensieri al Volo

Volontarius Onlus, Bolzano

Inalienabile. Musica e diritti umani

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“Restituiteci il diritto di sognare”, “La musica è la colonna sonora del nostro impegno. La colonna sonora delle dittature è il silenzio”: sono solo alcune delle testimonianze tratte da Inalienabile, un’opera multimediale sul rapporto tra musica e diritti umani.

Ideato dal collettivo bolzanino Ruhetag e dal festival Voci per la Libertà – una canzone per Amnesty di Amnesty International Italia, raccoglie su www.inalienabile.com e con il supporto di una pagina Facebook e di Instagram, diverse voci di artisti italiani sul tema dei diritti umani. A oggi hanno partecipato Francesco Guccini, Nada Malanima, Fiorella Mannoia, Modena City Ramblers, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Mud.

L’opera ha visto partecipe e sostenitrice anche l’Associazione Volontarius Onlus. Ne parliamo con l’ideatrice e curatrice Silva Rotelli, componente del collettivo Ruhetag e collaboratrice storica dell’Associazione.

A oggi hanno partecipato Francesco Guccini, Nada Malanima, Fiorella Mannoia, Modena City Ramblers, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Mud.

Cos’è Inalienabile?

Inalienabile è un’opera multimediale di documentazione corale nata dall’unione di diversi contributi e riflessioni da parte dei vincitori del festival Voci per la Libertà del Premio Amnesty International Italia. Ogni riflessione viene presa in considerazione da un artista che le dà un senso e un messaggio: Simone Cristicchi per esempio parla della memoria, Fiorella Mannoia del diritto allo studio.

In un’opera corale come questa nasce prima il testo, la musica o la fotografia?

Nel nostro caso la prima cosa a essere nata sono i dialoghi e le fotografie, poi da lì è scaturita la bellissima colonna sonora di Julia Kant e il design del sito web, che si ispira alla relazione fra terra, cielo e ai pianeti.

Nel sito web sembra che gli artisti intervistati siano contenuti in dei pianeti.

Sì, pianeti diversi fra loro e belli quando presi in considerazione singolarmente ma anche quando visti come pluralità di elementi interconnessi fra loro, proprio come lo sono gli esseri umani e le arti. Ecco, se vogliamo riassumere l’obiettivo di questo progetto, potremmo dire che è quello di unire arti, persone e anime.

Dove hai incontrato queste persone, che per la maggior parte di noi sono considerate “irraggiungibili” perché parte di una, passami il termine, hall of fame?

Le abbiamo seguite nei dietro le quinte dei tour oppure visitate a casa, come è successo con Francesco Guccini. Ma in realtà il bello di questo percorso è che ti permette di conoscere delle persone che sono come noi. Certo sono molto conosciute, ma sono persone semplici e che credono fermamente nei diritti umani e nel loro piccolo fanno qualcosa per sostenerli fino in fondo.

Ecco, se vogliamo riassumere l’obiettivo di questo progetto, potremmo dire che è quello di unire arti, persone e anime.

Prossimi appuntamenti?

Incontreremo presto Diodato, Piotta e Roy Paci. 

Cosa stai portando via per te dagli incontri con questi artisti?

Mi porto via la loro presa di posizione e il loro coraggio, la loro sensibilità verso i diritti umani. Poi la loro accoglienza e il loro affetto. Come insegnamento per la mia crescita personale direi che questi incontri mi stimolano a prendere posizione e dare testimonianza che tutti possiamo fare qualcosa. I dialoghi ogni tanto li ascolto, soprattutto quando sono un po’ stanca o giù di corda. Sono ossigeno per l’anima, stimolano a pensare con la propria testa e vedo che hanno questo effetto anche sugli altri.

L’arte può davvero fare qualcosa di concreto per i diritti umani?

L’arte raggiunge quel centro umano che ci rende tutti simili, lavora sull’immaginario e lo rende azione. Arriva dentro in maniera diretta. Testimonia quanta semplicità ed essenzialità abbiamo come esseri viventi e questo è il filo conduttore per stare insieme e abbattere i muri che ci costruiamo intorno. Non dobbiamo mai dimenticare che dietro l’arte c’è l’essere umano, quindi va veicolata non verso la divisione ma verso l’unione e verso l’educazione all’ascolto.

Questi incontri mi stimolano a prendere posizione e dare testimonianza che tutti possiamo fare qualcosa.

Cosa intendi con “immaginario”?

Immaginario è ciò che non si ferma alla realtà cruda e negativa e ci mette la forza del sogno e della speranza. Le immagini possono fermarci, ma lavoriamo sull’andare oltre e sul positivo, perché solo così si trova il coraggio di agire: e i grandi uomini sono quelli che agiscono. Guccini mi ha parlato di suo padre, che gli diceva che il diritto umano devi viverlo su di te tutti i giorni, solo così si può innescare il cambiamento.

Non dobbiamo mai dimenticare che dietro l’arte c’è l’essere umano, quindi va veicolata non verso la divisione ma verso l’unione e verso l’educazione all’ascolto.

 

Il team di Inalienabile al Teatro Cristallo di Bolzano

Autore: Luca De Marchi

Classe '95, studia lettere all’università di Trento e collabora da diverso tempo con Volontarius nel raccontare la vita dell’associazione e quella delle persone che, ai margini della società, spesso vengono ignorate; ne porta inoltre testimonianza alla società attraverso i media e gli incontri con i ragazzi nelle scuole e in altri gruppi.

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