Le persone richiedenti asilo spesso fuggono dai loro paesi e rischiano la vita attraversando il loro continente e l’Europa con il sogno migratorio di raggiungere paesi dove hanno già contatti o addirittura familiari. Si può tuttavia riunire la famiglia attraverso una procedura burocratica del regolamento di Dublino, possibile se la persona desidera ricongiungersi con un membro presente in uno dei paesi firmatari.
Il percorso per ottenere il ricongiungimento è stato impegnativo: «Ci sono voluti pazienza e buona volontà» afferma Rossella Gramaglia, referente per Volontarius del centro di pronta accoglienza per minori Casa Rossa di Bolzano.
Daniel, detto “Daddo” è un giovane ragazzo che fra pochi giorni diventerà maggiorenne. Viene dall’Eritrea, paese inginocchiato dal 1991 dalla feroce dittatura di Isaias Afewerki e nel quale ampie fasce della popolazione vivono in condizioni di povertà. Lì Daniel andava a scuola ma la maggior parte del tempo lo trascorreva a lavorare. Ultimo figlio con nove sorelle, alcune delle quali hanno lasciato il paese prima di lui, Daniel non ha il papà perché è morto quando era bambino.
A Bolzano è arrivato nel giugno del 2016 ed è stato ospitato a Casa Rossa. «È una persona adorabile, socievole e che si ambienta ovunque» spiega Rossella. Daniel ha manifestato da subito il desiderio di non restare a Bolzano ma di raggiungere in Inghilterra la sorella, che non vedeva da undici anni. Mentre le procedure per il ricongiungimento sono state avviate, a Casa Rossa Daniel ha seguito un corso di alfabetizzazione italiana e ha studiato inglese e francese.
«Ha anche frequentato un liceo di Bolzano con successo» spiega Gramaglia. Prima di partire, in effetti, alla festa per salutarlo c’erano tutti: i compagni di classe, i compagni di Casa Rossa, gli amici e gli educatori di Volontarius.
Nell’operazione di ricongiungimento, l’Associazione Volontarius si è messa in contatto con l’Associazione Safe Passager UK. «Abbiamo raccolto tutto il materiale possibile per dimostrare la parentela di Daniel e la sorella» spiega Gramaglia, che ha raccolto fotografie, dichiarazioni e tutto ciò che poteva tornare utile. «Per tutto il tempo abbiamo avuto l’associazione inglese, alcuni avvocati e il Tribunale dei Minori al nostro fianco» aggiunge.
Alla festa per salutarlo c’erano tutti: i compagni di classe, i compagni di Casa Rossa, gli amici e gli educatori di Volontarius.
«La comunicazione ufficiale è arrivata dal Dipartimento delle Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno» spiega Gramaglia «quando l’ho letta, sono scoppiata a piangere dalla gioia». Daniel ha sofferto i diversi ritardi e ha chiesto più volte agli educatori di Casa Rossa perché i tempi erano così lunghi. Quando, al momento della partenza, l’aereo per l’Inghilterra è stato cancellato a causa di uno sciopero del personale di volo, la sua reazione è stata rassegnata: «ormai non mi arrabbio nemmeno più» ha detto.
Oggi Daniel è in Inghilterra e ogni giorno scrive alla sua seconda famiglia di Volontarius mandando loro le sue fotografie con la sorella. «Sono felice per lui, anche se qui un vuoto l’ha lasciato» afferma Rossella, che lo ha accompagnato lei stessa fino in Inghilterra. «Vedere la famiglia riunirsi è stata un’emozione» ha detto.
Un percorso lungo ma che la pazienza e l’impegno hanno infine premiato. Oggi Daniel ha concluso il suo sogno migratorio e, dopo anni di viaggio e dopo undici anni senza vederla, è finalmente tornato a vivere con qualcuno della sua famiglia.