Pensieri al Volo

Volontarius Onlus, Bolzano

C’è ancora chi tratta

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L’8 febbraio Papa Francesco ha celebrato la prima giornata internazionale contro la tratta, in memoria di Giuseppina Bakhita, suora sudanese che da bambina fu schiavizzata. Pensiamo insieme a lei a tutte le persone che ancora oggi devono affrontare ogni giorno una realtà che è “piaga e vergogna dell’umanità”, come la definita il Papa.
Ne parliamo con un altro Francesco, Francesco Campana, coordinatore dell’unità di strada Volontarius, presente anche all’interno del progetto Alba della provincia autonoma di Bolzano, progetto che prevede primo contatto e aiuto alle persone vittime di sfruttamento.
Ne parliamo ricordandoci che la questione, seppure lontana e difficile da credere in una società “progredita” come la nostra, è molto attuale. E stringendo con lei tutti gli echi storici che si porta dietro.

Parliamo di un tema molto delicato. Per cominciare ci spieghi che cos’è la tratta?
La tratta è una violazione grave dei diritti umani. Principalmente il progetto Alba nasce nell’ambito dello sfruttamento sessuale, ma ha poi modificato il suo intervento con cambiamenti di fenomeno come lo sfruttamento lavorativo. Noi abbiamo un compito delicato, che è quello del primo contatto, infatti alcune volte a settimana incontriamo le persone che si prostituiscono sulla strada a Bolzano e in provincia di Bolzano andando a proporre dei percorsi di aiuto e di fuoriuscita dall’emarginazione. A questo punto può succedere che alla proposta di aiuto emergano degli indicatori che fanno presumere che la persona sia soggetto allo sfruttamento. Ecco perché in questo delicato compito è importantissima e fondamentale la collaborazione con le forze dell’ordine che hanno dovere di capire la situazione di schiavitù alla quale è sottoposta la donna e provvedere alla sua fuoriuscita.
Una persona come cade nella spirale della tratta?
La tratta di persone è caratterizzata dal loro trasferimento verso un nuovo paese attraverso mezzi quali la forza, la frode, l’inganno: avviene che un reclutatore vada da una donna in uno stato di particolare vulnerabilità (spesso di povertà, bassa scolarizzazione, disgregazioni familiari) andando a proporre un viaggio salvifico finalizzato al loro benessere economico e sociale. Quindi con una falsa promessa vengono portate in Europa. Poi lì scoprono di essere destinate al mercato di sesso.
Mi piacerebbe adesso spiegare la differenza fra tratta di persone e traffico di migranti, perché c’è una sottile differenza: la prima riguarda lo spostamento illegale della persona da uno stato all’altro, cioè attraverso una coercizione forzata che manca nel caso del traffico dei migranti.
Qual è il ruolo di voi operatori sociali rispetto a questa problematica?
Sta un po’ spaventando noi operatori sociali il veloce mutamento delle forme di schiavitù. Inizialmente erano solo sessuali, e quindi più facilmente riconoscibili; ora si parla anche di sfruttamento lavorativo, soprattutto nelle città meridione. Qui di solito un “caporale” segue i lavori e minaccia i lavoratori, costretti a faticare dalle 14 alle 16 ore al giorno, poi costipati a dormire in sovraffollamento e costretti a pagare una somma per i costi di vitto e alloggio. E ancora più preoccupante è il fenomeno dell’accattonaggio forzato: quello che sconcerta è come un uomo che tenta di capitalizzare su un altro uomo facendo leva sulla sua vulnerabilità, riesca a trovare così tanti stratagemmi per raggiungere potere soprattutto di natura economica.
Possiamo allora dire che sul territorio della nostra città vediamo tutti i giorni forme di schiavitù causate da una tratta di persone?
Noi sicuramente sul territorio abbiamo delle persone vittime di sfruttamento, il problema è che si tratta di uno sfruttamento invisibile, impercettibile. Da parte nostra lo strumento principale del lavoro sociale non è altro che la relazione. Senza di questa è impossibile qualsiasi lavoro. Guardiamoci intorno, informiamoci, non dobbiamo avere paura della relazione umana. Smettiamola di etichettare, ascoltiamo piuttosto le persone con criterio e consapevolezza.
Un altro tema è quello della globalizzazione. Seppure è vero che in Alto Adige alcuni temi ci paiono vicini e lontani allo stesso tempo, ricordiamoci che per esempio lo sfruttamento all’interno dell’ambito della pornografia, per la quale si può accedere attraverso il clic di un computer, rende questi temi di una vicinanza estrema.

Autore: Redazione

La Redazione del Gruppo Volontarius è raggiungibile all'indirizzo redazione@volontarius.it. Oltre agli articoli per Pensieri al Volo, pubblica il giornale trimestrale VolInforma, mantiene aggiornata la presenza sul sito web e sui social e porta avanti diversi progetti di sensibilizzazione, a partire da quelli scolastici.

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