Cinzia è la mamma di tre ragazzi e lavora in una azienda privata.
Nel tempo libero sono al centro giovani di via Vintola, con i ragazzi. Ho letto sul giornale che si cercavano aiuti e volontari per l’emergenza stazione e mi sono presentata. Vengo tre volte alla settimana, la mattina alle 7 per poi andare a lavorare. Sono rimasta molto colpita da tutti questi volontari, molto giovani, sono bravissimi.
All’inizio sono andata ai binari, ma è molto impattante; poi non riuscivo più ad andare al lavoro. È difficile riprendere la tua giornata come se niente fosse.
La gente porta tantissime cose, dal cibo ai vestiti e tutto quanto può servire; servono spazi adeguati per raccogliere tutto quanto.

Vieni in stazione, fai il tuo servizio e poi fai fatica a tornare alla tua vita
Bene o male abbiamo tutti una vita tranquilla, famiglia, un tetto, possiamo mangiare diverse volte al giorno. Loro arrivano dopo aver lasciato la casa, sono disperati. Non mi sono mai trovata a contatto con persone che non hanno più niente. Vedi così i nostri problemi come piccoli, quasi insignificanti. Vedere fa capire tanto. Dovrebbe essere normale intervenire ed aiutare. Si percepisce tanta diffidenza, c’è molta ignoranza. Bisogna informare più cittadini possibile perché anche con una conoscenza più approfondita si può sconfiggere la paura.

Cosa hai visto nei loro volti?
Noi stiamo bene perché siamo nella parte fortunata del mondo; se io fossi nata in uno dei Paesi da dove arrivano queste persone, spererei di essere accolta da qualche parte. La gente dovrebbe capire cosa vuol dire lasciare tutto e vivere esperienze fortemente traumatiche, viaggi lunghi e carichi di sofferenze e pericoli. Abbiamo dei rappresentanti in Europa, cosa ci stanno a fare se non riescono ad affrontare queste situazioni.
Cosa possiamo fare di meglio e di più?
Non saprei, è difficile immaginare qualche cosa di più da parte dei cittadini ; c’è una bella collaborazione, tutti lavorano in silenzio e con tanta disponibilità.

Da donna e da mamma che messaggio vuoi lanciare?
Consiglio sempre a tutti i miei amici di venire in stazione e starci un’oretta. Venite e fatevi un’idea. La stessa cosa dico a tutti quelli che ci leggeranno: venite.