I numeri che stanno dietro il movimento delle masse sono indicativi e impressionanti: secondo l’Oim, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, sono stati 188mila i migranti salvati lungo la rotta tra la Libia e le coste italiane, ma presto si supererà quota 200mila. Dall’inizio dell’anno sono oltre 2300 i migranti morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa.
“E’ inaccettabile che nel ventunesimo secolo persone in fuga da conflitti, persecuzioni, miseria e degrado del suolo debbano sopportare esperienze terribili nei loro Paesi d’origine e poi morire alle porte dell’Europa”, ha affermato il Direttore Generale dell’Oim, William Lacy Swing. È giunto il momento di chiedersi se possiamo ancora discutere rispetto ai temi della solidarietà, per altro ancora lontani dall’essere concretizzati, o se dobbiamo superare questo concetto per affrontare direttamente quello del Giusto. Certo che per affermare che la solidarietà è superata ci vuole coraggio; non è nemmeno realizzata! È vero, ma come spesso accade, i tempi anticipano predizioni che gli uomini faticano a riconoscere. La solidarietà così come è praticata e, più spesso, predicata, presuppone una condizione di forza e superiorità. Chi è ricco, forte e sicuro tende allo sfortunato di turno il proprio superfluo, quello che c’è in più e non serve. È la favola del ricco – bello – biondo occhi azzurri – soprattutto buono, che concede…ma spesso e volentieri per tacitare una coscienza o rispondere al proprio ego. Atteggiamento che poteva andare bene fino a quando ancora esisteva la supremazia del sistema occidentale, notoriamente basato sullo sfruttamento coloniale ed economico dell’altra parte di mondo; il tutto con la doverosa e succube accettazione di quei popoli.
La notizia è che il mondo sta cambiando: lo sfruttamento coloniale esiste ed è ancora forte, ma i popoli cominciano a non essere più succubi, non muoiono più in silenzio. Non hanno grandi mezzi per compiere le rivoluzioni, ma si muovono. Hanno visto e capito. L’Europa, il resto del mondo, possono rappresentare l’occasione per qualche cosa di nuovo, di diverso. E vengono a prendersela.
Siamo chiamati a capire, saper leggere i tempi che mutano, costruire una nuova società.
La solidarietà non basta più! Cosa significa operare nel senso del Giusto?
Ogni persona non ha diritto ad UN posto nel mondo, deve trovare IL suo posto in ogni parte di mondo si trovi
È una grande sfida dalla quale dipenderà il futuro di ognuno di noi, indipendentemente da dove si è nati e da dove ci si trova. Solo con una consapevolezza rispetto alla globalità delle condizioni di vita e sviluppo, ma forse basterebbe anche solo per la vita, si potranno poi affrontare le problematiche di ogni singolo Paese ed aiutarne i cittadini a costruire una società giusta, degna, libera ed indipendente.