Viviamo in una società che tende a esaltare le persone. Compaiono sulle copertine dei giornali, con espressioni serie, quasi di sfida, a volte con il volto visibile a metà come a lasciare un’aura di mistero.
A volte è il sorriso di chi è felice a essere marcato, un bellissimo sorriso con tutti i denti in bella vista.
Altre volte è il sorriso di chi ha sofferto, invece, a essere esaltato.
Spesso dietro quell’esaltazione esiste un percorso per cui, se quell’immagine risalta, è perché la persona rappresentata ha vissuto un percorso che le permette di essere risaltata. Altre volte invece l’esaltazione è gratuita, subdola e fine a se stessa. Senza personalità.
Vengono in mente le parole di T., una volontaria che vuole restare anonima e che ha operato sulla strada. Un giorno, durante una supervisione con tutti i volontari, si è espressa così: «Preferisco ascoltare cosa dicono gli altri. Queste cose preferisco farle in silenzio».
A volte ci dimentichiamo che dietro alle persone che nella società finiscono in primo piano, ci sono tantissime persone che si mettono in gioco dentro quel silenzio, ma non per questo senza vivere percorsi di vita belli e importanti. Un pensiero dovremmo dedicarlo, ogni giorno, alle persone che vivono il coraggio della loro scelta.