Pensieri al Volo

Volontarius Onlus, Bolzano

Il coraggio del qui e adesso

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Capita in certi momenti della propria vita di sentirsi da parte. Dopo l’impegno nelle proprie attività, che siano di lavoro, di studio, di rapporti, ecco arrivare una pesante delusione, una sconfitta, quasi una dichiarazione: “Non hai saputo dimostrare abbastanza”; che sia a te stesso o a qualcun altro. E in questo sentimento improvvisamente scompaiono o si nascondono tutte quelle volte che ci siamo messi alla prova: perché sulle cose importanti abbiamo la memoria corta, su quelle inutili l’abbiamo fin troppo lunga.

In una società dinamica e di fretta come la nostra, malintesi di questo tipo sono all’ordine del giorno. Spesso ci accorgiamo di aver ardentemente desiderato qualcosa solo nel momento in cui quella cosa l’abbiamo persa. Quando invece la otteniamo ci sentiamo realizzati, soddisfatti e la vita ci sorride. Ma poi cominciamo a desiderare qualcosa di nuovo.
Si avverte un’ingiustizia in fondo a tutto questo. Qualche meccanismo mal funzionante. O forse non c’è nessun’ingiustizia: è la vita che è così. A volte si ottiene e a volte si dà senza ottenere niente. Alle volte si impara quanto è bello dare senza aspettarsi nulla in cambio; alle volte l’ironia della vita, quando non pretendiamo nulla in cambio, ci dona qualcosa.

«Non posso permettermi dei sogni in questo momento» o «Devo prima pensare a sopravvivere» sono parole che vengono espresse abbastanza spesso dalle persone che incontriamo sulla strada o nei centri accoglienza.

Se dovessimo fare una lista dei nostri sogni, probabilmente non finiremmo più. In situazioni particolari della vita però, quando la nostra incolumità è a rischio e ci sentiamo particolarmente vulnerabili, ecco che li lasciamo perdere. Chiamiamolo pure istinto di sopravvivenza: improvvisamente ho altro a cui pensare. Il mio obiettivo è sopravvivere, trovare da mangiare la sera ma soprattutto trovare un posto caldo dove dormire.

Finché l’obiettivo della mia vita è sopravvivere, lavorare o aiutare, reagirò sempre più o meno d’impulso a quello che succede intorno a me. E sarò preda dei malintesi come quello sopra: al minimo dubbio o ostacolo il mio percorso si piega e rimango vittima di ripensamenti, tristezza e perdita di autostima. Reazioni del genere le abbiamo a prescindere dall’essere persone cittadine, persone cittadine ma senza dimora o persone migranti e in fuga: variano in base alla sofferenza che ci portiamo sulle spalle e alla rete di conoscenze e aiuti che ci siamo costruiti intorno a noi.

Questo perché gli obiettivi diventano la cosa più importante per noi così tanto da lasciare in secondo piano la nostra vita. Quando quelli vacillano, ecco vacillare la nostra persona.

Nelle scuole chiediamo sempre ai ragazzi: «Perché sei al mondo?» e tra risatine imbarazzate saltano fuori la cicogna, la coppia, tra i più grandi l’amore. Quando poi chiediamo «Ma con quale scopo?» allora si parla dei propri sogni o di parole fini a se stesse. Quando proponiamo «Per essere persone felici», allora piomba il silenzio.

Molto semplice: ci dimentichiamo che siamo al mondo per essere felici. Perché sono nato e ho il diritto di trovare il mio posto nel mondo e la mia felicità. Questo scopo passa in secondo piano quando ci accorgiamo che esistono i mestieri, esistono le cose, esistono i soldi per comprarle ed esiste la carriera professionale. Tutto bellissimo, è vero, ma anche distrazione dalla nostra felicità che è data dal vivere qui e ora e dallo stare con gli altri. Vi siete mai accorti di quanto passiamo le ore a pensare alle cose da fare o alle cose che vorremmo fare e di quante meno ore passiamo a fare o conoscere i nostri simili nel concreto?

Ecco la sfida. Non aspettarsi niente ma vivere nel qui e ora. Avere dei sogni, degli obiettivi perché sono importanti per muoverci nel mondo. Ma ricordarci che viviamo tra persone, che intorno a noi respirano e vivono sette miliardi di persone come noi. Con dei loro sogni e dei loro desideri. E con il bisogno di essere felici. Ma qui e adesso.

 

 

Autore: Luca De Marchi

Classe '95, studia lettere all’università di Trento e collabora da diverso tempo con Volontarius nel raccontare la vita dell’associazione e quella delle persone che, ai margini della società, spesso vengono ignorate; ne porta inoltre testimonianza alla società attraverso i media e gli incontri con i ragazzi nelle scuole e in altri gruppi.

Un commento

  1. la felicità è la ricerca fondamentale della nostra vita. E’ dentro di noi, la immagino come un fluido che si muove costantemente e non si ferma mai nello stesso punto.
    Bravo Luca

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