Pensieri al Volo

Volontarius Onlus, Bolzano

Biriam: «Odio la nostra vita»

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«Odio la nostra vita vita» ha detto Biriam.

Sono state tante, silenziose e rumorose, le risposte della cittadinanza alla morte del giovane Abeil, ragazzo eritreo di 17 anni rimasto ucciso cercando di salire su un treno merci per raggiungere la Germania. Insieme ai compagni era arrivato a Bolzano lunedì, ma a causa dei troppo rigidi controlli gli era stato impossibile proseguire per la Germania.

I tre ragazzi compagni di Abeil hanno passato la giornata di ieri tra polizia, operatori umanitari, assistenti sociali e volontari. «Gli interventi vanno eseguiti e vengono eseguiti con delicatezza e riservatezza» ha spiegato il presidente dell’associazione Volontarius Claude Rotelli, «questo per avere una maggiore certezza di poter risolvere il problema».

Rotelli: «Gli interventi vanno eseguiti e vengono eseguiti con delicatezza e riservatezza»

Una giornata stancante soprattutto per i ragazzi che si è conclusa la sera presso il Centro Emergenza Freddo di via Gobetti dove hanno ricevuto un piatto caldo e dormito in una zona appartata del centro, vicina al custode della struttura. Davide Monti, responsabile dell’area di strada per l’associazione Volontarius, ha spiegato: «I ragazzi erano disorientati, d’altronde il Centro Emergenza Freddo è una struttura grande e frequentata da diverse persone. È stato fondamentale predisporre un’accoglienza adeguata». Presenti durante l’accoglienza anche alcuni volontari del gruppo di Binario 1. Davide, con gli educatori e in collaborazione con la polizia ha mediato affinché i ragazzi comprendessero la necessità di rimanere all’interno della struttura per la notte, sottolineando che avrebbero potuto lasciare la struttura il giorno dopo. «Erano spaventati dalla mancanza di libertà» ha detto Davide, «abbiamo dovuto spiegare loro più volte che non sarebbero dovuti restare nella struttura il giorno dopo». I ragazzi avevano infatti manifestato la volontà di partire per Milano.

Monti: «I ragazzi erano disorientati, erano spaventati dalla mancanza di libertà»

Il giorno dopo i ragazzi sono voluti uscire dalla struttura per andare in stazione, dove sono stati accompagnati da un operatore di Volontarius. La polizia con le istituzioni competenti sta attivando i contatti con il fratello di Abeil, che vive in Germania. A prendersi cura dei tre ragazzi eritrei sono al momento gli operatori del servizio di assistenza umanitaria presso il binario 1A di Volontarius che, grazie all’importante presenza del gruppo di Binario 1, ha fatto venire in saletta una dottoressa per accertare le condizioni di salute dei ragazzi. Per appurare la sicurezza dei ragazzi e la loro consapevolezza rispetto alla situazione che stanno vivendo, l’assistente sociale incontrerà i ragazzi.

Volontarius sta al momento svolgendo un lavoro di mediazione fra le istituzioni, la polizia, i numerosi volontari interessati e, soprattutto, i giovani ragazzi. «Sono tranquilli, ma molto stanchi», ha riferito la referente del servizio di assistenza umanitaria Arianna Barbagallo. Sarà predisposta anche stasera un’accoglienza il più adeguata possibile presso il Centro Emergenza Freddo al quale saranno accompagnati.

Il presidente dell’associazione Volontarius, che ha definito la vicenda un «tema al limite della normalità», tiene a sottolineare che «È sempre più importante lavorare insieme. Volontarius su questo metodo di lavoro c’è e sono anni che lo proponiamo. Questa dolorosa occasione rilancia il pensiero che l’unico modo per lavorare bene è farlo insieme, uniti».

Resta opportuno, anche se retorico, ricordare anche che, sebbene sia doverosa la risonanza e la profonda introflessione nella quale vicende come questa ci immergono, di questi casi ne vengono affrontati a decine durante l’anno.

Rotelli: «È sempre più importante lavorare insieme. Volontarius su questo metodo di lavoro c’è e sono anni che lo proponiamo. Questa dolorosa occasione rilancia il pensiero che l’unico modo per lavorare bene è farlo insieme, uniti»

Su iniziativa di Bozen Accoglie ci uniamo anche noi all’invito a partecipare sabato 26 novembre 2016 alle 14.30 presso il parcheggio bici accanto alla funivia del Renon alla cerimonia laica in memoria di Abeil, il giovane eritreo rimasto ucciso.

Autore: Luca De Marchi

Classe '95, studia lettere all’università di Trento e collabora da diverso tempo con Volontarius nel raccontare la vita dell’associazione e quella delle persone che, ai margini della società, spesso vengono ignorate; ne porta inoltre testimonianza alla società attraverso i media e gli incontri con i ragazzi nelle scuole e in altri gruppi.

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