Pensieri al Volo

Volontarius Onlus, Bolzano

Le persone richiedenti protezione internazionale in Alto Adige

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La festa di Natale organizzata stamattina a Maso Zeiler, struttura che ospita attualmente 8 famiglie richiedenti protezione internazionale, è stata per la Provincia di Bolzano un’occasione per restituire alla cittadinanza un bilancio delle attività svolte durante l’anno con le persone richiedenti protezione internazionale.

Il Presidente della Provincia Arno Kompatscher ha parlato di una sfida che riguarda tutti: «Non è questione di volere, ma di dovere» ha affermato. «Quelle che incontriamo sono persone con una propria storia e per questo ognuna va seguita, all’interno di quello che è il sistema». Il Presidente ha inoltre allontanato il termine “emergenza”, in quanto si tratta di una situazione ormai costante. Il presidente Kompatscher ha dedicato un pensiero anche alla Siria: «Siamo spettatori di vicende che non dovrebbero avvenire nel ventunesimo secolo» afferma. Noi a Bolzano, sembra dire, abbiamo l’opportunità di fare qualcosa partendo dal nostro piccolo: «Un domani potrebbero chiederci: dove eravate, cosa stavate facendo?».

La fuga di milioni di persone da guerre e povertà determina una vera e propria crisi umanitaria. Prenderne atto è necessario, esserne consapevoli è doveroso. Diamo qualche informazione riguardo alla nostra realtà locale, a partire dal resoconto presentato dall’Assessora Martha Stocker.

Quante persone richiedenti protezione vivono in Provincia di Bolzano?

A oggi sono 1.284 le persone richiedenti protezione internazionale ospitate nella provincia di Bolzano. La maggior parte di loro proviene da Nigeria, Pakistan e Gambia. Altre nazionalità importanti sono Bangladesh, Mali, Senegal, Afghanistan e Costa d’Avorio.

La quota assegnata alla Provincia dallo Stato è di 1.470 persone, numero che verrà raggiunto attraverso l’attivazione di nuove strutture.

Chi sono queste persone?

Delle 1.284 persone l’88% è di sesso maschile e il restante 12% di sesso femminile. L’11% delle persone è costituito da persone vulnerabili, ovvero da persone minorenni, persone traumatizzate o con problematiche di tipo psichico, persone vittime di violenza o di tratta, donne in gravidanza, genitori, disabili e anziani.

Una volta arrivate le persone presentano la richiesta di protezione internazionale presso la Commissione territoriale competente. Attualmente oltre la metà (il 56,6%) è in attesa della decisione della Commissione; il 2,1% ha ottenuto lo status di profugo riconosciuto, il 31,5% invece ha presentato ricorso contro la comunicazione di diniego.

L’11% delle persone è costituito da persone vulnerabili, ovvero da persone minorenni, persone traumatizzate o con problematiche di tipo psichico, persone vittime di violenza o di tratta, donne in gravidanza, genitori, disabili e anziani.

Dove vivono le persone richiedenti protezione internazionale?

Le strutture destinate all’accoglienza sono 23 e si trovano a Bolzano, Appiano, Ortisei, Rifiano, Castelrotto, Vandoies, Brunico, Val di Vizze, Bressanone, Tesimo, Malles, Funes e Vadena. Di queste, 12 sono gestite dall’associazione Volontarius Onlus, 10 dalla Caritas e 1 da Croce Bianca e Croce Rossa. Al momento a Bolzano vive il 57% delle persone accolte.

Quante persone richiedenti protezione si danno da fare per cercare un lavoro?

Le persone richiedenti asilo possono lavorare di norma dopo 60 giorni dalla richiesta. Il 14,1% delle persone (190 persone), ha al momento un rapporto lavorativo, un numero oltre la media anche in confronto con paesi come Austria e Germania. Il 50% delle persone si è inserito nelle liste di collocamento per gli uffici del lavoro. Il 3,6% al momento non è invece occupabile per disagi fisici o psichici. «Una delle prossime sfide» ha evidenziato l’assessora Martha Stocker «è rilevare le competenze delle persone arrivate per sviluppare dei progetti più efficaci. Stiamo studiando un modello tedesco che funziona in questo senso».

Il 14,1% delle persone (190 persone), ha al momento un rapporto lavorativo, un numero oltre la media anche in confronto con paesi come Austria e Germania.

Segue un articolo sul bilancio delle attività per l’associazione Volontarius Onlus.

Autore: Luca De Marchi

Classe '95, studia lettere all’università di Trento e collabora da diverso tempo con Volontarius nel raccontare la vita dell’associazione e quella delle persone che, ai margini della società, spesso vengono ignorate; ne porta inoltre testimonianza alla società attraverso i media e gli incontri con i ragazzi nelle scuole e in altri gruppi.

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