Di fronte al tema proposto dal CNCA per la Settimana dell’Accoglienza di quest’anno, ovvero quello della comunità che diventa una “comune umanità”, ci sentiamo chiamati a esprimere il pensiero che sta da anni alla base della nostra presenza sul territorio, ovvero il riconoscimento di ogni singola Persona, che ha un proprio valore e una propria dignità e che vive il diritto alla felicità, a prescindere dalla sua provenienza, dalla sua condizione, dalle sue percezioni e dai bisogni che manifesta. Vogliamo allora proporre una riflessione sui concetti di solidarietà, integrazione e attivismo, concetti importanti ma, forse perché “di moda”, anche male interpretati, in quanto non si rivolgono a un Noi unito, ma a un mondo diviso fra Noi e le persone in stato di bisogno.
Il concetto di solidarietà, per esempio, è oggi molto spesso rivolto solo alle persone che manifestano, sul momento o in maniera continuativa, un bisogno. Il termine andrebbe invece ripensato scavando fino alla sua radice latina solidus, che denota un solido rapporto di fratellanza. Ne consegue che la solidarietà non è un atteggiamento da rivolgere solo in certe circostanze e con le persone più bisognose, ma un modo di vivere che coinvolge tutti gli esseri umani e tutte le nostre comunità.
Riconoscere ogni singola Persona, che ha un proprio valore e una propria dignità e che vive il diritto alla felicità, a prescindere dalla sua provenienza, dalla sua condizione, dalle sue percezioni e dai bisogni che manifesta.
Con lo spostamento di milioni di persone che lasciano i loro paesi di origine in cerca di opportunità e di libertà, molto spesso al fianco della solidarietà è usato il termine “integrazione”. Quando delle persone appartenenti a un gruppo o cultura si integrano in una nuova società, entrano a far parte di un’entità che, con la rappresentanza del loro gruppo, trova una nuova completezza. Crediamo che i tempi siano maturi per estendere questo concetto a quello di inclusione, per la quale vi è un coinvolgimento non solo delle persone appena arrivate, ma anche di tutte le altre già presenti, nel rispetto e con la valorizzazione dell’identità di ognuno. Le persone che vivono la nuova città non sono più la schematica rappresentanza di un gruppo, ma diventano nuovi cittadini.
Scopriamo ogni giorno, aprendo i giornali o semplicemente conversando, quanto queste tematiche siano delicate. Oggi più che mai, nell’era dell’informazione aperta a tutti, abbiamo bisogno di consapevolezza. La comunità bolzanina, in particolare da quando ha visto arrivare sul territorio molte persone richiedenti protezione internazionale, sta lanciando sempre più importanti messaggi di presenza e sensibilità. Gli enti e le associazioni che si confrontano ogni giorno con le persone ai margini della società devono costituire allora un punto di riferimento sempre più presente e fondamentale. Nell’era delle reti sociali, all’interno delle quali la rabbia e l’indignazione trovano spesso facile e frivolo sfogo, è importante dimostrare consapevolezza, competenza e restare uniti.
Le persone che vivono la nuova città non sono più la schematica rappresentanza di un gruppo, ma diventano nuovi cittadini.
Il prenderci cura l’uno dell’altro, l’atto di includere le persone che non conosciamo e la ricerca di consapevolezza non sono azioni che devono essere dirette solo alle persone in stato di bisogno, ma devono stimolare le nostre relazioni con tutte le persone che fanno parte della nostra vita, come familiari e amici. Partendo da questo presupposto possiamo provare a compiere una rivoluzione umana in noi stessi, che coinvolga la nostra interiorità e il nostro modo di pensare noi stessi e gli altri.
Nell’era delle reti sociali, all’interno delle quali la rabbia e l’indignazione trovano spesso facile e frivolo sfogo, è importante dimostrare consapevolezza, competenza e restare uniti.
Se cominciamo a farlo tutti, quella che oggi chiamiamo comunità diventerà una umanità in senso totale; umanità della quale siamo tutti parte. Anche se non siamo tutti uguali, siamo tutti esseri umani, quindi persone in grado di percepire le stesse sensazioni ed emozioni che gli altri percepiscono.
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