Riportiamo un pensiero di Anna Zancanella, ragazza che frequenta il primo anno al liceo classico Carducci di Bolzano.
“Ogni persona è importante!” è iniziato così il nostro percorso con l’associazione Volontarius, che ci ha aperto gli occhi sul mondo che ci circonda, partendo dall’idea che non si fa volontariato perché si è buoni, ma perché è giusto! Non si è lì per aiutare, ma per prendersi cura l’uno dell’altro!
Il mondo è cambiato, i tempi sono cambiati – e continueranno a cambiare nel bene e nel male – è necessario andare oltre, guardare oltre il cancello della propria casa, bisogna avere la volontà e il coraggio di cambiare e sgusciare fuori dalla propria corazza di egoismo.
Un giorno, nella nostra classe, è arrivato Roberto, che con la sua simpatia ha superato tutte le nostre aspettative. Non è venuto da noi come insegnante, ma come un vecchio amico; non si è rivolto a noi a livello di classe, ma ha parlato ad ognuno di noi singolarmente!
Il mondo è cambiato, i tempi sono cambiati – e continueranno a cambiare nel bene e nel male – è necessario andare oltre, guardare oltre il cancello della propria casa
Abbiamo iniziato a pensare in modo diverso, iniziando da una semplicissima domanda: “È bello il mondo?”. Sembrerebbe una domanda semplice, ma ci è stata posta per riflettere, andando a scavare, per cercare di rispondere in modo più profondo e più vero.
Certo, se si guarda la felicità della nostra famiglia, l’agio delle nostre case, la fortuna che abbiamo a frequentare una bellissima scuola, si può affermare che il mondo è bello. Ma non per tutti è così. Il nostro pensiero ha raggiunto un qualunque Paese povero del mondo, dove i bambini sono denutriti, sfruttati, analfabeti, senza alcuna prospettiva per il futuro.
Ragazzi costretti ad arruolarsi, violentati nell’anima, feriti nel corpo ed abbandonati.
Ragazzi che vedono sorgere un nuovo giorno in un cielo di guerra.
Ragazzi mutilati nello spirito.
Ragazzi in marcia, che attraversano confini verso orizzonti di speranza.
In Italia gli sbarchi continui, il giungere quotidiano di persone bisognose di tutto.
L’obiettivo si è ristretto nelle nostre città, soffermandosi sulle persone senza una casa in cui tornare alla sera.
Persone con una storia di sofferenza.
Persone che portano il peso di un problema irrisolto, che vivono sulla strada.
Certo, se si guarda la felicità della nostra famiglia, l’agio delle nostre case, la fortuna che abbiamo a frequentare una bellissima scuola, si può affermare che il mondo è bello. Ma non per tutti è così.
“Le persone invisibili”, coloro che hanno paura e preferiscono stare soli, un allontanarsi da un mondo che li allontana e che li teme, perché diversi.
“Nessuno sceglie di vivere la strada!”
“Nessuno è uno straniero!”
Sabato 1 ottobre, con altre classi di scuole medie e superiori, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere e ascoltare le storie di due senzatetto. Era la prima volta per me e posso assicurare che un conto è ascoltare una storia come spettatore esterno, un’altra è immedesimarsi, e leggere negli occhi di chi ci sta di fronte l’angoscia, il dolore che quelle persone hanno vissuto!
Abbiamo ascoltato il racconto del loro vissuto, preparato e condiviso la “colazione di strada”. A seguito abbiamo distribuito volantini ai passanti.
Alcuni signori hanno detto a Roberto: “A quei ragazzi, come fai a dire di no?!”. Spero e credo che siamo riusciti a sfondare qualche muro, forse di indifferenza, forse di timore, forse di egoismo, abbiamo fatto “scattare” qualcosa, anche perché noi credevamo in quello che facevamo!!!
Alla fine della giornata abbiamo raccolto 80 paia di scarpe, 470 coperte, 20 sacchi a pelo e 30 giacche a vento, un discreto risultato, un punto di partenza. Molti giornalisti che si sono fermati tutta la mattina in piazza Don Rauzi hanno affermato con sincerità che l’esperienza accanto a noi studenti è stato qualcosa di molto forte, un’azione da riproporre. Sono riamasti colpiti dal nostro atteggiamento di vivo ascolto e partecipazione. Siamo arrivati a questo incontro dopo un percorso sviluppato classe per classe, durante il quale si è instaurata una relazione tra di noi, che ha fatto scaturire un tipo di logica all’incontro. Abbiamo sfruttato quest’occasione per conoscerci meglio e per fare qualcosa di Giusto tutti insieme!
Spero e credo che siamo riusciti a sfondare qualche muro, forse di indifferenza, forse di timore, forse di egoismo, abbiamo fatto “scattare” qualcosa
Abbiamo avuto anche l’opportunità di conoscere un ex-senzatetto e di ospitarlo nella nostra classe, già l’esperienza della piazza era stata molto forte, ma trovarsi di fronte una persona con un vissuto così triste e intenso, è stato qualcosa di unico, che sono sicura non dimenticheremo! L’incontro con Maurizio è stato bello e speciale, difficile da un certo punto di vista e anche molto doloroso, ma alla fine la sua forza di rimettersi in gioco e di ritornare a vivere ha vinto su tutto.
Mi resta impresso il pensiero di Maurizio: “Ognuno è nato per essere felice!”. Credo sia molto importante il pensiero di Roberto che ognuno è speciale, unico, diverso, irripetibile e importante, indipendentemente da quello che ha fatto e farà!
L’incontro con Maurizio è stato bello e speciale, difficile da un certo punto di vista e anche molto doloroso, ma alla fine la sua forza di rimettersi in gioco e di ritornare a vivere ha vinto su tutto.
Il valore di una persona non è determinato da nessun fattore, se non quello di esistere!
Vogliamo ringraziare tutti: la nostra Professoressa, Roberto, Luca, Maurizio. Grazie a tutti per questa lezione di vita!