Durante l’anno scolastico 2016-2017 sono 17 le scuole elementari, medie, superiori e le università che hanno partecipato ai progetti scolastici dell’associazione Volontarius, che da diversi anni porta avanti “Chiedimi perché ho freddo” sul dialogo e il confronto sulla vita delle persone senza dimora e “L’essenziale è invisibile agli occhi” sulla vita delle persone richiedenti asilo. Il progetto, che è esteso anche a gruppi di giovani e adulti, è portato avanti da un’equipe di lavoro composta dall’area per la comunicazione e la sensibilizzazione, da alcuni attuali o ex-ospiti delle nostre strutture e dai responsabili e referenti dei servizi di strada e di accoglienza.
Quest’anno nelle scuole abbiamo incontrato in tutto 1.001 ragazzi. 1.001 storie che si sono intrecciate alla nostra e che ci hanno permesso di condividere riflessioni, sensazioni ed emozioni. Incontri che partono dal riconoscimento del valore di ogni singola persona, a partire da chi si trova in classe: abbiamo capito che credere e condividere il principio per il quale “ogni persona è importante” non è cosa scontata; per molti trovare la persona al centro, quindi trovarsi al centro, rappresenta una novità.
Abbiamo quindi cercato in ogni incontro e con ogni ragazzo di stimolare la condivisione anche di dubbi e perplessità rispetto ai temi trattati (dai pregiudizi più comuni sulle persone ai margini alla condivisione di episodi della propria vita) e di trasmettere un sentire, attraverso la testimonianza diretta di una persona. Informazioni, dati e parole assumono molto più vigore se ad accompagnarle sono gli sguardi e i gesti di chi ha vissuto in prima persona un’esperienza. Abbiamo così voluto fermarci e discutere, argomentando quello che si pensa, quello che si prova e quello che si vive: come si parla del fenomeno migratorio sui giornali, sui social? Cosa mi immagino quando penso a un “barbone”?
Abbiamo capito che credere e condividere il principio per il quale “ogni persona è importante” non è cosa scontata; per molti trovare la persona al centro, quindi trovarsi al centro, rappresenta una novità.
Non è facile per nessuno trovare ogni volta il coraggio di sviluppare un confronto diretto, che è ciò per cui la scuola esiste: chiarire le proprie posizioni, confrontarle con le esperienze e il sapere degli altri. Questo implica avere un atteggiamento critico, informarsi, studiare, sentire oltre ad ascoltare quello che esprimono gli altri. Questo spazio di confronto sincero e non giudicato, oggi, lo può offrire solo la scuola, perché altrove si trasforma in chiacchiera, e in posizione fine a se stessa, in voce che grida ma la assorbe il vuoto. Farlo a scuola permette completa libertà di pensiero, di confronto e di essere se stessi. Anche se è milleuno volte più faticoso.