Ha chiuso con la fine di marzo il Centro Emergenza Freddo, situato quest’anno presso l’ex-Alimarket di via Gobetti e presso alcuni locali del Palasport in Via Resia, che durante l’inverno ha garantito ogni notte un posto caldo dove dormire a 125 persone che vivono sulla strada a Bolzano.
Dal 1999 l’associazione Volontarius Onlus in collaborazione con la cooperativa sociale River Equipe Onlus, gestisce il Centro, quale risposta ai rischi che tutti coloro che si trovano temporaneamente privi di soluzione alloggiativa sul territorio possono vivere con l’abbassarsi delle temperature. Nel 1999 sono state ospitate 40 persone, quest’anno ne abbiamo ospitate dieci volte tanto.
L’obiettivo del servizio non è stato solo quello di garantire un letto, ma anche quello di offrire, attraverso l’ascolto, occasioni di incontro e relazione; momenti non sempre facili da creare, ma che possono rappresentare un’opportunità per le persone di riavvicinarsi alla rete sociale dalla quale si sono allontanate.
Opportunità che si confronta ogni giorno con la complessa quotidianità di un sistema nel quale i più vulnerabili sono spesso stanchi, sfiduciati e privi di prospettiva; e che vede protagonisti non solo persone senza tetto e senza dimora in senso stretto, ma anche persone afferenti ad altri fenomeni, come quello dei migranti. Questa realtà richiede allora equilibrio tra quello che è l’intervento socialmente orientato e il mandato istituzionale volto alla tutela ed al supporto di chi sta al margine della comunità.
Una mediazione che non è sempre facile. Per questo vogliamo ringraziare tutti coloro che, come operatori e volontari, in questi mesi hanno dato un fondamentale contributo professionale e impegno umano, gestendo il peso e la responsabilità di un servizio che forse non tutti riconoscono nella sua complessità.
Invitiamo la cittadinanza, che manifesta negli anni una sempre maggiore sensibilità e presenza, a riflettere insieme a noi sul fenomeno delle persone che vivono la strada, impegnandosi a leggerlo con consapevolezza per quello che è stato nel passato e per quello che è oggi; e ricordando che dietro agli stereotipi del barbone e dello straniero, ci sono sempre Persone con dei vissuti e delle sensibilità.
Solo attraverso la consapevolezza e l’informazione possiamo garantire lo sviluppo di un’efficace cittadinanza attiva. Chiamateci.